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    D&I IN FINANCE | PARTECIPAZIONE EVENTO ABI 2024

    Lo scorso 06 Marzo sono intervenuta con grande piacere alla Tavola Rotonda “Valorizzare le differenze: le diversità sono ricchezza” nell’evento D&I In Finance 2024, appuntamento dedicato alla diversità, inclusione e accessibilità nel settore Finance.

    L’importante evento, organizzato da ABI e Banca Forte e giunto alla sua seconda edizione, si è tenuto a Milano nella splendida cornice della Fondazione Cariplo.

    D&I in Finance è l’appuntamento promosso da ABI e organizzato da ABIEventi nato per consolidare gli interventi svolti dall’industria bancaria e da altre realtà imprenditoriali a favore della valorizzazione delle politiche di Diversità e Inclusione nella finanza.
    L’appuntamento […] offre a banche, assicurazioni, istituzioni e altre imprese momenti di approfondimento sulla correlazione tra la cultura della diversità e dell’accessibilità e le leve strategiche e di business.

    Sei le tavole rotonde dell’evento D&I in Finance nelle quali banche, assicurazioni, istituzioni, imprese non finanziarie ed enti del terzo settore hanno fatto il punto sulle iniziative e riflettuto sul cambiamento culturale in corso sui temi di inclusione e diversità. Un momento di confronto unico su esperienze e buone pratiche che dimostrano come un approccio inclusivo al business è oggi una leva strategica che trasforma la cultura aziendale e amplia le opportunità di mercato.

    Estratto dalla Homepage dell’evento: https://diversity.abieventi.it/

    Tanti i temi che hanno scandito le due giornate di lavori e di tavole rotonde:

    • Diversità e Inclusione: elementi essenziali per lo sviluppo;
    • Fare rete per il cambiamento;
    • Valorizzare le differenze: le diversità sono ricchezza;
    • Accessibilità e leadership inclusiva;
    • Le parole per dirlo: comunicare le diversità come valore;
    • Il rapporto con i territori per creare una rete inclusiva e valoriale.
    Chiara Sivieri_Speaker Evento ABI D&I_Milano_Counselor FIlosofico e Formazione aziende_Head of Training_Counseling Filosofico_Consulenza
    Il mio intervento durante la Tavola Rotonda

    Durante il mio intervento ho approfondito cosa vuol dire valorizzare le differenze, perché è importante farlo e come le aziende possono lavorare per rendere la diversità un motore di innovazione. Il tutto reso pregnante e pragmatico dalla grande esperienza di lavoro fatto in questi anni con le aziende della community Caring Company di Lifeed, nel mio ruolo di Responsabile Customer Advisory e Training.

    Mi sono soffermata sull’importanza di un approccio radicale che consenta di andare oltre il concetto di diversità, per vedere e valorizzare la molteplicità ed unicità di ciascuno. Tra gli elementi essenziali toccati, l’importanza di lavorare sull’autoconsapevolezza, valorizzare le esperienze di vita, scoprire i talenti ed il potenziale nascosti ed attivarli attraverso pratiche riflessive.

    Chiara Sivieri_Speaker Evento ABI D&I_Milano_Counselor FIlosofico e Formazione aziende_Head of Training_
    Un momento della tavola rotonda

    Per ulteriori approfondimenti:

    Articolo di Taranto Buonasera sulla tavola rotonda “Giovani e Territorio: la valorizzazione di un binomio vincente”

    Articolo di Osservatorio Economia Circolare: “D&I in Finance 2024, esplorando il futuro della sostenibilità sociale nel settore finanziario”

    Profilo Relatrice Evento ABI: Chiara Sivieri Chiara Sivieri è Head of Customer Success & Training. Lavora per quindici anni come Responsabile per le relazioni e il Business in grandi multinazionali all’avanguardia nel campo delle risorse umane, dell’innovazione, dell’Advisory come Gartner, IBM e LinkedIn, dove si occupa anche di tematiche di DEI e benessere mentale. Filosofa della scienza e Counselor Filosofico, il suo approccio coniuga umanesimo e profonda conoscenza delle dinamiche organizzative. Ama lavorare per facilitare persone e organizzazioni verso il fiorire del proprio potenziale ed è convinta che, oggi più che mai, sia fondamentale valorizzare talenti e risorse delle persone adottando paradigmi Caring che rispettino e favoriscano unicità e potenzialità.

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    “Stereotipi di genere? Giù la maschera!” | Webinar | Formazione

    Come Head of Customer Success & Training in Lifeed, mi sono occupata dell’ideazione e progettazione di un calendario di appuntamenti formativi, tenuti tramite piattaforma digitale, che tengo ogni mese per la Community Caring Company di aziende clienti.

    Per l’appuntamento di Febbraio ho deciso di cogliere l’occasione della coincidenza di date tra la Giornata Internazionale delle donne e ragazze nella scienza ed il Carnevale (entrambi celebrati l’11 Febbraio), per smascherare gli stereotipi di genere.

    Nel webinar “Stereotipi di genere? Giù la maschera!” abbiamo parlato di bias, euristiche, stereotipi: abbiamo approfondito in particolare gli stereotipi di genere, osservato come permeino fortemente il nostro quotidiano e preso consapevolezza della loro diffusione e del loro impatto spesso inconsapevole.

    Abbiamo quindi compiuto insieme alcuni passi per riconoscerli ed esplicitarli, riflettendo sulle possibilità di intervento e azione di tutte le persone, sulla responsabilità individuale e collettiva.

    Un lavoro di formazione e cambiamento culturale dei contesti organizzativi ad alto impatto, che sono felice ed orgogliosa di portare avanti con Lifeed.

    Nell’immagine il post della pagina LinkedIn di IGT, una delle aziende che hanno partecipato all’evento formativo.

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    FORMAZIONE: Webinar “Includere per Innovare: come valorizzare la diversità per fare innovazione” | Lifeed |Vodafone | 4W4I

    Chiara Sivieri_webinar_Trainer_Formatrice_Formazione per aziende_Coachiing_Milano

    Diversità come motore di innovazione: ne ho parlato lo scorso giovedì, 9 Novembre, nel webinar Vodafone e Lifeed che ho tenuto nell’ambito della maratona di TIM “4 Week 4 Inclusion” 4W4I, introdotto da Alessandra Di Cosmo, Global Head of Skills di Vodafone.

    Considerato che quest’anno 4W4I è stata per la prima volta aperta a tutti, con Lifeed e Vodafone abbiamo deciso di portare un webinar pensato non per addetti ai lavori, bensì per tutti.

    Un format disegnato con la volontà di alternare momenti di trasmissione di contenuto, momenti di ispirazione, domande ed esercizi di riflessione guidata… proprio come le sessioni di training e formazione che tengo per le aziende con Lifeed.

    Nel corso del webinar abbiamo tratto ispirazione e spunto dagli strumenti offerti dalla natura per capire come valorizzare la diversità, contestualizzando al contempo la riflessione all’interno dei contesti aziendali, per comprendere alcune leve importanti per rendere l’inclusione un motore reale di innovazione nelle aziende. La volontà è stata quella di rendere questo contributo facilmente fruibile da ogni ascoltatore mantenendo sempre ben in mente ed evidenti i risvolti pragmatici delle riflessioni proposte.

    Trovate il video del Webinar on-demand qui:

    Includere per Innovare: valorizzare la diversità come leva di Innovazione

    INcludere per INnovare – Valorizzare la diversitá per fare innovazione

    L’innovazione è il mantra del nostro tempo. A chi non è mai stato chiesto di trovare nuove idee, efficaci soluzioni, prodotti o processi più efficienti? Sono molti i metodi che negli ultimi anni si sono affermati per creare e diffondere innovazione. Ma c’è un modo più efficace di un altro per innovare? La Natura ci può offrire molti spunti per aiutarci a capire come possiamo portare anche noi l’innovazione. Con questo webinar scoprirai come la diversità sia un formidabile motore dell’innovazione, e imparerai a rendere l’innovazione una pratica quotidiana…
    Chiara Sivieri_Trainer_Formatrice_Formazione per aziende_Coaching_Consulenza_Counseling Filosofico_Milano
    Chiara Sivieri_Webinar_Trainer_Formatrice_Formazione per aziende_Coaching_Milano
    Agenda del Webinar che ho tenuto con Lifeed | Vodafone all’interno di 4W4I

    AGGIORNAMENTO (20-11-2024)

    Tra gli oltre 300 eventi e contributi presenti a 4W4I, il webinar è stato selezionato dai Partner della manifestazione (TIM, Amazon; Ferrovie dello Stato; Fincantieri; Intesa San Paolo; Danone; Poste Italiane; Baker Hughes) tra i 5 migliori contributi, finalisti nominati in lizza per l’assegnazione del premio “Miglior contributo che leghi Inclusione e Innovazione”.

    Categoria premi 4W4I 2024

    Un bellissimo riconoscimento del lavoro svolto insieme a Lifeed e Vodafone.

    Chiara Sivieri_formazione aziendale_training_premio_4W4I_inclusione_diversity_formatrice
    Nomination per la categoria: dal minuto 24:02 (clicca per accedere al Video 4W4I)

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    PERCORSI INDIVIDUALI. A tu per tu con chi l’ha già fatto

    Chiara Sivieri_Counseling Filosofico_Coaching_Percorsi Individuali_recensioni

    Farà per me? Che cosa mi porterà? Spesso quando si desidera iniziare un percorso individuale sono tante le emozioni e le domande che ci accompagnano. Consapevole di ciò, condivido con piacere e con il consenso dell’interessata il dialogo di feedback con una consultante.

    Qual è stata per te la cosa di maggior valore del percorso? Quali sono stati i benefici che hai riscontrato?

    “Mi ha aiutato tantissimo a ricentrarmi. Sia come focus su quello che passo dopo passo dovevo fare ogni settimana, ma soprattutto i ragionamenti che abbiamo fatto insieme mi hanno ridato un po’ di fiducia in me stessa. La situazione che avevo vissuto aveva minato la mia sicurezza personale e la capacità di credere nelle mie possibilità.

    Il fatto di essermi rifocalizzata, di avere preso coscienza di quanto di positivo avevo fatto, acquisire la capacità di dirlo a me stessa e di dirlo anche agli altri: questo è diventato parte del mio storytelling, della mia narrazione di me stessa, come il mio più grande successo.

    E’ stata una nuova consapevolezza e anche il coraggio di assumere la mia prospettiva, poter dire ora “questa sono io”.”

    C’è qualcosa che ti ha stupito?

    “Mi stupisce oggi rivedermi nei primi incontri, dove ero emotivamente scossa, e invece vedermi adesso che sono serena. In poco tempo sono riuscita a cambiare, a mettere dei mattoni, ricostruire un po’ di fondamenta. Sì, mi stupisce soprattutto il vedermi oggi così serena.

    Mi ha stupito anche l’accoglienza… con una persona che avevo appena conosciuto il riuscire ad aprirmi così tanto. E’ vero che lo abbiamo fatto su un piano professionale, ma quando racconti di te stessa, dov’è la differenza tra il piano professionale e il piano personale? Cerchiamo sempre di separare lavoro e vita privata, in realtà dov’è il confine?

    Abbiamo parlato di lavoro ma questa sono io. Alla fine ti ho raccontato ed abbiamo fatto un pezzettino di percorso della mia vita insieme. 

    Ci sono molte pratiche diverse, il fatto che il nostro non sia stato un percorso di coaching, più direttivo o goal oriented, come lo hai avvertito?

    “Inizialmente pensavo avrei avuto bisogno di una mentorship, di qualcuno che mi dicesse “fai così, prova così!”, le prime volte quando mi facevi ragionare sulle cose facevo fatica. Mi mancava la consapevolezza di dire “che cos’è il counseling filosofico? Che cosa vuol dire questa parola? Cosa lo differenzia? Che percorso io farò con Chiara?”.”

    Ancora adesso non riuscirei a darti una definizione su che cos’è il counseling… perché non è neanche una cosa che puoi spiegare così dall’inizio, poteva prendere tante strade differenti. Ti richiede quello sforzo in più di dover lavorare su te stesso… e grazie a questo ora le cose mi sono chiare, perché le ho proprio ragionate, ed oggi fanno parte di me e della mia storia. Perché dietro ognuna di queste cose c’è una parte di me, che è il lavoro che io ho fatto in tutti questi anni. Adesso ci credo veramente.

    Una forma di maggiore chiarezza su chi sei, in un momento di difficoltà.”

    …noi in particolare eravamo partite con il fil rouge di “una nuova narrazione di te stessa”

    “Sì è così. Sono delle fondamenta che prima non avevo e che oggi ho. Mi hai aiutato veramente tanto.”

    Il fatto di chiedere aiuto è una cosa molto difficile da fare. Poi con qualcuno che conoscevo poco…

    Ho sentito che lo facevi volentieri, il piacere di donarsi e donare del tempo, di voler aiutare.”

    Chiara Sivieri_Counselor filosofico_Counseling Milano_Coaching Milano_Advisor e consulente

    Consiglieresti il percorso? A chi / per quali situazioni pensi possa essere più utile?

    Sì lo consiglierei, assolutamente. Perché le persone non si rendono conto di avere bisogno di aiuto ma tutti abbiamo bisogno di aiuto.

    Lo consiglio in situazioni di indecisione o di incertezza, sia lavorative che personali, quando dobbiamo prendere una decisione. In qualsiasi momento della tua vita, nel momento in cui dubiti di te stessa o ti vengono a mancare delle sicurezze, perché per me è stato un ritrovarle.

    Confrontarsi su se stessi, quello che fai e che ti succede, parlarne come abbiamo fatto noi, lo trovo utile comunque, io continuerei a farlo anche se il momento di difficoltà passa. E’ un momento di confronto che forse singolarmente non ci diamo.

    E’ proprio un costruire insieme, prendere consapevolezza

    Il problema è che molte volte non si sa di averne bisogno, ed inoltre riuscire a saper scegliere tra le diverse discipline…anche se poi la differenza la fa sempre la persona

    Forse è proprio questo il Counseling Filosofico: il ritrovare una parte di sé che ogni tanto si perde e non ne siamo consapevoli.

    Ci devo riflettere, mi piacerebbe poterla raccontare questa esperienza in poche righe, voglio provarci.”


    Io ritengo ci sia proprio riuscita.

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    Talenti e sostenibilità | Caring Company Digital Talk Lifeed

    Anche alla luce della recente Corporate Sustainability Reporting Directive – CSRD, sarebbe bello poter dare per (quasi?) assodata la crescente centralità delle componenti umana e sociale all’interno del mondo del lavoro.
    Per procedere con efficacia nella direzione della Human Sustainability – imprescindibile per il futuro – diventa ora ancor più importante un duplice impegno e lavoro: diffondere consapevolezza in materia e lavorare insieme al “come farlo accadere“.

    Lo abbiamo fatto insieme lo scorso giovedì, nel Caring Company Digital Talk che ho moderato per Lifeed, confrontandoci con le preziose testimonianze di:
    🔸Stefano Angilella, HR & Facility Lead, Avanade Italy
    🔸Emanuela Corsi, Lottery Talent & Inclusion Director di IGT Italia
    🔸Lucia Monaci, Head of Development e DE&I Manager Unicredit Italy
    🔸Martina Borsato, Research & Innovation Senior Analyst di Lifeed

    Con la volontà di interrogarci su che cosa sia il Talento e sulla sostenibilità dell’essere e fare impresa anche per noi umani.

    Per approfondimenti, a questo link sul blog Lifeed potete trovare i principali finding ed il video dell’evento on-demand: IL NUOVO TALENTO INCLUSIVO E SOSTENIBILE

    Per commentare o condividere, qui il link al mio

    Ci vediamo il 9 Maggio con il prossimo Dialogo digitale Lifeed della serie Caring Company, in questo nuovo appuntamento parleremo di “Talenti senza età: generazioni a confronto”.

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    I talenti di chi si prende cura. Conoscere i talenti dei Caregiver. EVENTO|Digital Talk

    Lo scorso martedì 20 Settembre si è tenuto un nuovo appuntamento con i Caring Company Digital Talk Lifeed, serie di dialoghi digitali che ho il piacere di moderare e che si concentrano di volta in volta su specifiche sfaccettature del tema People Caring e della Cura in azienda.

    Abbiamo scelto di dedicare questo primo incontro dopo la pausa estiva ad un tema importante, che mi sta molto a cuore: i Caregiver ed i loro talenti.

    Persone che dedicano tempo, attenzione, cura, amore prendendosi cura di altri.

    Un ruolo che nelle sue molteplici declinazioni riguarda 7 lavoratori su 10 e che però spesso rimane ancora invisibile all’interno delle aziende. Come mai?

    Per contribuire ad una migliore comprensione e consapevolezza, a partire dagli insights Lifeed abbiamo iniziato a conoscere meglio i Caregiver, le loro aspettative ed i loro talenti.

    Vorrei porre l’attenzione in particolare su due elementi chiave che sono emersi con forza dai dati presentati:

    • l’ascolto dei bisogni reali di queste persone è uno strumento imprescindibile per poterne realmente comprenderne le necessità, che si svelano essere, ad un ascolto attento ed autentico, non soltanto necessità di natura pratico-organizzativa bensì in primis di supporto ed accoglienza;
    • la consapevolezza è la meta-competenza, o se preferite un “super-talento” fondamentale in grado di abilitare i Caregiver alla piena espressione dei propri talenti, competenze e risorse. Percorsi riflessivi di auto-consapevolezza si sono rivelati infatti efficaci nel creare le condizioni per un effettivo empowerment dei Caregiver che vi hanno partecipato, apportando inoltre un incremento del senso generale di ben-essere.

    Confrontandoci poi con le nostre relatrici abbiamo esplorato attività e iniziative concrete messe in campo da 4 importanti aziende (Enel Italia, Credit Agricole, Mondelez International e Santander Consumer Bank) a supporto dei Caregiver.

    A questo link potete trovare la sintesi degli insight principali nonchè la possibilità di accedere al video dell’evento on-demand:

    CAREGIVER, LA CONSAPEVOLEZZA FA FIORIRE I TALENTI IN AZIENDA

    Ci vediamo invece l’11 Ottobre alle 11.30 per un nuovo appuntamento con i nostri dialoghi digitali sulla Cura in azienda.

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    EVENTO | La cura, motore di sviluppo dei talenti. Caring Company Digital Talk

    Ieri, martedì 12 Luglio, ho moderato il Caring Company Digital Talk Lifeed “La cura, motore di sviluppo dei talenti”.

    Il dialogo ha visto la partecipazione ed i preziosi interventi di Barbara Falcomer, Direttrice Generale di Valore D, Alessandra Occhipinti, Talent Partner, Continental Europe di Marsh Italia, Chiara Ros, HR Manager di GRENKE Italia, Riccarda Zezza, CEO di Lifeed, Martina Borsato, Data Strategist di Lifeed.

    Tra i tanti spunti di valore emersi, la decisa affermazione che la capacità di cura è un potente abilitatore di sviluppo dei talenti e della fioritura personale.

    Per renderla in grado di agire ed esercitare i suoi benefici impatti è fondamentale allenare la nostra consapevolezza attraverso pratiche riflessive. Questo ci consente infatti di renderci conto di “quante cose siamo”, di far emergere tutte le nostre risorse e di poterle quindi utilizzare al meglio.

    “Per far fiorire le persone, in realtà, non è necessario inventarsi nulla di nuovo. Come evidenzia Riccarda Zezza, CEO di Lifeed, la capacità di trasferire competenze da un ambito all’altro della vita rende consapevoli le persone di poter usare qualcosa che già possiedono, di essere qualcosa che si è già: basta saperla attivare.
    Nella cura, secondo Zezza, c’è la chiave per cambiare le regole del gioco nelle imprese. Non si tratta però di aggiungere qualcosa di diverso nelle iniziative aziendali, piuttosto significa far emergere la capacità di cura che esiste già in noi stessi da sempre.”

    Fonte: https://lifeed.io/it/2022/07/12/la-cura-motore-di-sviluppo-dei-talenti/

    Per leggere i principali insights emersi e rivedere il Talk, vi segnalo l’articolo a questo link: Insights e video

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    EVENTO | La forza della diversità. Caring Company Digital Talk

    Manca ormai pochissimo al Caring Company Digital Talk “La forza della diversità”, che avrò il piacere di moderare domani alle 11.30.

    Oggi il mondo organizzativo è caratterizzato dalla eterogeneità: culture, generazioni ed esperienze che rendono gli individui unici. Favorire diversità e inclusione è diventato un fattore di competitività per le aziende. 

    Assieme ai nostri ospiti approfondiremo come il tema della diversità possa essere valorizzato nelle organizzazioni attraverso azioni concrete.
    Ne parleremo insieme a:

    🔸 Valeria Icardi, Customer Team Director & D&I ERG Balance Italy Leader, Barilla Group
    🔸 Teresa Mancino, Talent&Learning Lead di ING Italia
    🔸 Andrea Rubera️, People Caring & Inclusion Manager di TIM
    🔸 Martina Borsato, Data Strategist, Lifeed

    📌 Qui il link per la registrazione: https://lnkd.in/de9FdNk2

    Moderazione: Chiara Sivieri, Executive Advisor, Lifeed

    A domani!

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    BEYOND DIVERSITY. Tra “normalità”, differenza e nuovi paradigmi del riconoscimento

    Da anni mi occupo di tematiche ed iniziative che in ambito aziendale ed HR confluiscono sotto il cappello della Diversity, Equity & Inclusion. Una dimensione di ricerca e lavoro che ha accompagnato nel tempo la mia carriera professionale fino a trasformarsi negli ultimi anni in uno degli ambiti preponderanti e delle direttrici fondamentali del mio operare. 

    Negli ultimi mesi ho lavorato insieme al team Lifeed in maniera intensiva proprio su questi temi. Mi piacerebbe condividere con voi alcune riflessioni in merito, risultato mai definitivo di un percorso che vuole tenere insieme in ogni istante respiro teoretico-filosofico, esperienza sul campo, bisogni e voci emergenti dalla prassi.

    Il concetto di diversità appare al mio sguardo profondamente ed implicitamente connesso al concetto di normalità

    Il concetto di normalità è infatti per sua natura un concetto di tipo comparativo, che tende ad indicare una regolarità o certa frequenza di tipo statistico o ancora, adottando una prospettiva più socio-culturale, qualcosa che appare normale in quanto “consueto, abituale, regolare…”. Appare inoltre piuttosto evidente ad un’osservazione descrittiva come ad affermare La normalità e “che cosa sia normale” siano generalmente i gruppi in posizione dominante. 

    La normalità” è quindi un concetto spesso non neutro, che porta con sé la maggior parte delle volte una ben definita gerarchia di potere (esplicita o implicita che sia) ed un giudizio di valore.

    E questo che cosa ha a che fare con “la diversità”?

    Vorrei partire portando innanzitutto il discorso in una dimensione e prospettiva di tipo logico: pensiamo agli operatori elementari, laddove l’identità è una proprietà che può essere affermata ed attribuita ad un singolo elemento preso in esame, con un’operazione autoreferenziale di tipo tautologico, l’attribuzione della proprietà di “diversità” richiede invece la presenza di almeno due  termini messi a confronto e paragone. 

    L’affermazione della diversità porta quindi con sè implicitamente e già da subito l’affermazione di una differenza tra due. Interessante a questo proposito la prima definizione e il primo significato attribuiti da Treccani alla parola differenza: “L’esser differente: mancanza di identità, di somiglianza o di corrispondenza fra persone o cose che sono diverse tra loro per natura o per qualità e caratteri”.  

    Essendo questa la prima definizione presentata, è probabile sia almeno in parte anche specchio del linguaggio comune e del suo uso quotidiano. Poiché le parole non sono mai neutre, è probabile che su un terreno pragmatico e nel suo utilizzo la parola differenza possa aver assorbito in maniera implicita l’aurea semantica di questa definizione “al negativo”:  “essere differenti” potrebbe quindi fin da subito essere investito, percepito e vissuto come un “essere manchevoli di. 

    Non partiamo proprio benissimo, non trovate?

    Se invece proseguendo con Treccani spostiamo la questione su un piano più filosofico pare venirci in aiuto Aristotele: 

    “[…] in filosofia, per differenza s’intende l’alterità, ossia la non identità, tra cose appartenenti allo stesso genere e aventi in comune la qualità per cui differiscono (figura, forma, colore), sicché la differenza implica sempre una determinazione. Anche, il carattere o l’insieme di caratteri che costituiscono la differenza stessa: così, nella classica esemplificazione aristotelico-scolastica, la «razionalità» è la differenza (d. specifica) dell’uomo da altro ente dello stesso genere animale”. 

    Approdiamo così ad un concetto più positivo ed inclusivo di differenza e diversità: intese come alterità, come l’altro, e ancora, intese come differenza specifica, ossia riconoscimento di quell’insieme di caratteristiche che connotano e sostanziano questa identità-altra, la quale può essere comparata con me o altri in virtù di una più fondamentale comunanza.

    Con questo passaggio apriamo il ventaglio delle possibilità semantiche ed interpretative e ci incamminiamo lungo una strada diversa dalla precedente: si apre infatti la strada del riconoscimento. Un riconoscimentoche,  fondandosi su una più fondamentale comunanza, può partire dalla specificità ed unicità delle molteplici caratteristiche di ciascuno considerate in sé, nella propria ricchezza, varietà, abilità, e variazioni specifiche.

    Questo cambia la prospettiva, cambia il punto di osservazione e muta il possibile punto focale, modificando di conseguenza parte dei nostri pre-supporti impliciti e delle possibili strade di significazione.

    Concludendo, vorrei spostare queste considerazioni su un terreno molto più pragmatico, quello aziendale.

    Ho avuto la fortuna di lavorare in prima persona, essere responsabile ed assistere a molteplici progetti di Diversity & Inclusion in azienda. Con gioia ho osservato negli ultimi anni una crescente sensibilità nei confronti di questi temi, che sono finalmente balzati in cima alle priorità delle Leadership, come dimostrano le molte analisi pubblicate sul tema.   

    Mentre proseguiamo il cammino verso una maggiore equità di trattamento, condizioni e possibilità per ciascuno,  guardando avanti oltre all’attuale ritengo che nei prossimi anni diventerà importante non adagiarsi in un “già detto” o in un “già fatto” ma spingere sempre più in là l’asticella del riconoscimento e della valorizzazione. 

    Come fare? 

    Lavorando fin da ora sulle nostre abitudini di pensiero ed assunzioni implicite, che senza accorgercene potrebbero giocare un ruolo antagonista rispetto alla volontà dichiarata di sviluppare un ambiente lavorativo inclusivo che favorisca la promozione, valorizzazione e pari opportunità per tutti. Ruolo antagonista che paradossalmente rischia di essere ancor più marcato proprio in questo periodo di ridisegno del “Futuro del lavoro”, vorrei citare a proposito un passaggio emblematico tratto dalle ricerche di Gartner e pubblicato nell’ultimo HR Leaders Monthly Magazine:

    Hybrid work has the potential to significantly worsen diversity, equity and inclusion (DEI) outcomes for employees. For example, 76% of managers say on-site employees are more likely than remote workers to be promoted. Considering that women and employees from underrepresented groups are more likely to want to leverage hybrid or flexible work, managers’ proximity bias becomes a recipe for poor DEI outcomes.”

    (Source: Gartner, HR Leaders Monthly Magazine Maggio 2022)

    Con una prospettiva più di lungo periodo ed ampia visione, il next step che si impone all’attenzione dovrà quindi essere un allenamento sia del pensiero che dello sguardo, attraverso pratiche riflessive come le pratiche filosofiche, che aiutino ad andare oltre e superare anche il tradizionale clustering delle differenze individuali raccolte nelle categorie e nei gruppi tradizionali di Diversity aziendale (by gender, age, ability etc etc). 

    Andando al di là dei cluster e verso la valorizzazione della molteplicità e della complessità: molteplicità di dimensioni e di diversità che abita già in ciascuno di noi… e molteplicità delle nostre irriducibili unicità.