Stare bene al lavoro: il benessere attraverso la cura. | Evento | Digital Talk
Lo scorso 11 Ottobre ho moderato un nuovo appuntamento dei nostri Caring Company Digital Talk Lifeed.
Il focus di questo nuovo dialogo è stato il benessere mentale attraverso la cura.Proprio il giorno prima, 10 Ottobre, si era celebrata l’annuale Giornata mondiale per il Benessere mentale, indetta dall’OMS per sensibilizzare le persone sull’importanza di dedicare cura al proprio ben-essere, un elemento essenziale nel determinare la qualità della nostra vita e delle nostre relazioni.
Attraverso i dati dell’Osservatorio Vita-Lavoro di Lifeed presentati dalla collega Martina Borsato ed i dati di altri importanti partner di ricerca quali l’Osservatorio HR del Politecnico di Milano, abbiamo toccato con mano quanto il prendersi cura di sé sia davvero un bisogno sempre più urgente e pervasivo: pensate che solo 1 persona su 10 infatti dichiara di “stare bene” su tutte le dimensioni (fisica, psicologica e sociale) che costituiscono il nostro benessere.
Ci siamo poi confrontati con le nostre ospiti per approfondire le iniziative ed azioni messe in campo da alcune eccellenze aziendali: con Arianna Conca di Chiesi Group e Raffaella Maderna di Lundback abbiamo parlato del ruolo del Management e della Leadership, dell’importanza dell’ascolto, e dei programmi di supporto messi a disposizione dalle aziende.A questo link potete visualizzare il dialogo richiedendo il video dell’evento on-demand: Video Dialogo “Il benessere mentale attraverso la cura”.
Per commentare e/o condividere, ecco il link al post LinkedIn:
Ci vediamo il 17 Novembre per il prossimo Dialogo Caring Company!
Che cosa vuol dire aver cura di sé?
E così siamo già arrivati alla seconda settimana di Agosto.
Dopo mesi di duro lavoro in cui ci siamo concessi solo poche pause per noi stessi e magari anche dopo l’ultimo, pesantissimo sprint di Luglio necessario per riuscire a chiudere in tempo le attività prima della pausa estiva.Salutandoci per poi ritrovarci a Settembre, per questo mese ho deciso di dedicare attenzione a un tema che credo sia fondamentale – ancora di più in questo periodo dell’anno.
Parleremo quindi oggi di CURA DI SE‘.
Da sempre quello che i filosofi fanno è interrogarsi sulle cose del mondo e della vita, sul senso e i significati, mettendo di continuo in discussione il sentire comune e quelle nostre convinzioni che dapprima si sono cristallizzate in certezze ed in seguito sono divenute delle vere e proprie “verità”, che in quanto tali iniziamo a dare per indubitabili e scontate.
“Che cosa vuol dire aver cura di sé?” è una domanda fondamentale, di quelle che ci toccano nel profondo e che per avere risposta chiama subito in causa un’altra domanda, ossia “che cos’è la cura?”.
Ve lo siete mai chiesto?Secondo Martin Heidegger la Cura é una modalità primigenia della nostra esistenza come esseri umani: una modalità che caratterizza e connota il nostro modo di stare nel mondo e nella vita. La modalità per eccellenza, attraverso la quale ci relazioniamo con quello che ci circonda ed il nostro stesso esistere ed attraverso la quale possiamo progettare la nostra vita in maniera autentica.
Partiamo allora da qui, prendiamo consapevolezza di questa constatazione esistenziale: la cura è una modalità primaria con cui noi esseri umani siamo-nel-mondo.
Attenzione però, perché lo è nella forma della possibilità e non della necessità. Che cosa vuol dire? Che fra le molte possibilità a nostra disposizione c’è anche quella di prenderci cura di noi stessi… ma che sta a noi sceglierla!
Ecco perché voglio proporvi ora tre domande chiave, importantissime per una prima riflessione personale e presa di coscienza:Ed in caso di noncuranza… lo state facendo in maniera consapevole e deliberata, lo avete quindi scelto, o “vi sta semplicemente accadendo“?
A questo punto, altrove avreste probabilmente trovato “3 modi con cui prendervi cura di voi stessi” o “5 magici trucchi per il vostro benessere”… ma io credo poco alle ricette preconfezionate!Quando parliamo di persone e di vita, ciò a cui deve essere data voce è il vissuto, l’esperienza, il sentire e la competenza esistenziale che tutti noi abbiamo, diversi ed unici per ciascuno.
In questa breve riflessione in tre momenti nel mondo della cura di sé, vi propongo così un’ultima domanda, volutamente volta a interpellarvi nella vostra verità esistenziale proprio in queste torride giornate di metà Agosto.
Eccola:Provate a rispondervi ora.
Potrebbe valerne la pena proprio per approcciare con consapevolezza, chiarezza e presenza qualunque cosa abbiate deciso di dedicare a voi stessi nelle prossime settimane.
Buona riflessione, buone vacanze e… arrivederci a settembre!
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Benessere al lavoro, una collaborazione con Microsoft Italia
Appena il tempo di chiudere le attività in LinkedIn per il Mental Health Awareness Month di Maggio… che subito Giugno porta con sè la nuova importante collaborazione con Microsoft Italia.
Microsoft presenta “Benessere al Lavoro: nuove risposte a nuovi bisogni”, un percorso digitale che sarà disponibile a partire dal 1° giugno, per aiutare le aziende italiane a favorire la diffusione di una cultura del benessere sul luogo di lavoro, intesa come condizione positiva da un punto di vista emotivo, psicologico e professionale. Microsoft ha deciso di dedicare il mese di giugno al benessere dei lavoratori, lanciando una nuova iniziativa che ha l’obiettivo di avviare un confronto su come coniugare produttività ed equilibrio psicofisico delle persone, chiamando all’azione le imprese per promuovere un nuovo mondo dove il lavoro ibrido possa essere protagonista e in cui le aziende possano valorizzare le persone, garantendo il rispetto del work-life balance e rispondendo alle nuove esigenze nate con il remote working.
Microsoft press news, 1 Giugno 2021.Centrale nell’iniziativa la promozione di una nuova cultura del lavoro che abbia al centro la persona e il suo equilibrio psicofisico. Con questo obiettivo sono state sviluppate e poste a disposizione delle aziende italiane ‘risorse e momenti di formazione da condividere con i propri collaboratori per migliorarne il benessere psicofisico, emotivo e mentale‘.
Con grande piacere collaboro a questa iniziativa, di cui condivido visione ed obiettivi, focalizzando il mio primo contributo su come potersi prendere cura del proprio ben-essere all’interno della dimensione professionale.
Le risorse sono accessibili a tutti e le trovate a questo link: Benessere al Lavoro, Microsoft.
Qui di seguito vi lascio inoltre il link diretto alla mia pillola formativa su come il Counseling Filosofico e le pratiche filosofiche, attraverso la messa in atto di capacità come riflessione, dialogo ed empatia, possano stimolare una maggiore consapevolezza ed aiutarci a prenderci cura del nostro benessere al lavoro.
Pensare insieme per prendersi cura del proprio ben-essere.
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Stare bene al lavoro. Benessere organizzativo ed empowerment personale: dall’esperienza LinkedIn EMEA
Ogni anno a maggio si celebra il mese della consapevolezza sulla salute mentale, Mental Health Awareness Month.
Il tema e focus della campagna di quest’anno è stato #YouAreNotAlone, quanto mai attuale dato il persistente distanziamento fisico e sociale reso necessario dalle misure di sicurezza anti-COVID.
Sono passati già diversi anni ormai da quando nel 1948 l’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, ha definito la salute non solo come ‘assenza di malattia’ ma come uno stato di completo benessere fisico, sociale e mentale. Una concezione a 360 gradi della persona e del suo benessere, visto come un equilibrio dinamico al quale concorrono quindi tante e sfaccettate dimensioni della nostra vita quotidiana.
Tra queste, un posto prioritario occupa senza dubbio la dimensione professionale: buona parte delle nostre giornate è dedicato infatti a questo ambito della nostra esistenza. Essere soddisfatti del proprio lavoro, gestire consapevolmente l’evoluzione della propria carriera e saper affrontare gli eventuali ostacoli che si presentano lungo il cammino è quindi un elemento essenziale per il ben-essere personale.
Soprattutto nell’ultimo periodo noto una crescente apertura ed interesse da parte delle aziende nei confronti di queste tematiche: sempre più aziende hanno iniziato a compiere passi per considerare i propri collaboratori non solo come ‘capitale umano’ ma come persone nella loro interezza, interrogandosi su come poter venire incontro alle necessità che le varie dimensioni e fasi della vita pongono a ciascuno di noi.
Che cosa possono fare le aziende in relazione al benessere dei propri collaboratori? Sicuramente molto.
Per rispondere a questa domanda vorrei condividere un’importante esperienza professionale ed alcune lessons learnt, a partire dalle quali ampliare il respiro della riflessione.
Negli scorsi mesi con il team di EnableIn, di cui sono responsabile per EMEA&LATAM, abbiamo lavorato con cura e passione per la messa in opera di un calendario di iniziative ed appuntamenti interni dedicati all’intera popolazione di dipendenti LinkedIn a livello globale. Un calendario di sessioni variegate per tema e tipologia: sessioni di formazione su temi specifici, spazi per la condivisione di storie ed esperienze personali, appuntamenti bisettimanali di meditazione, panel e dialoghi di gruppo.
Ora che ci avviamo alla chiusura di questi intensi mesi di preparazione e di appuntamenti, ciò che mi accompagna è quel mix di soddisfazione profonda e stanchezza positiva che accompagna il lavoro che percepiamo come significativo e ben fatto.
Se ‘sharing is caring’, con piacere vi condivido tre pillole di riflessione a partire da tre importanti parole chiave:
Dialogo. Gli spazi dedicati al dialogo sono spesso piuttosto rari all’interno di una quotidianità scandita da scadenze e operatività. Un vero peccato, perchè introdurre spazi e momenti di dialogo significa lavorare in maniera concreta per rendere reale quella prospettiva di Diversity & Inclusion i cui benefici sono sempre più chiari ed evidenti. Lo spazio del dialogo richiede infatti come propria pre-condizione proprio la molteplicità: dialogo come confronto ed incontro di (almeno) due protagonisti, posizioni, esperienze, visioni del mondo e contributi. Un dialogo che, condotto da un facilitatore competente e consapevole, diviene sorgente di nuove relazioni e innovazione.
Condivisione. Condividere con altri la propria storia ed esperienza personale è un’attività che ha una forte valenza catartica e che è in grado di creare ponti, regalando a coloro che ascoltano la possibilità di avvicinarsi empaticamente all’altro. Quando questo avviene all’interno di un contesto lavorativo, è importante notare come vengano chiamati in causa due concetti molto densi: vulnerabilità e sicurezza. Perchè le persone possano sentirsi davvero libere di donare agli altri il racconto delle proprie esperienze, è necessario che siano create le condizioni affinchè questo atto di generosità e coraggio sia possibile. Fondamentale è che l’ambiente sia percepito, ed effettivamente sia, uno spazio sicuro. Se vulnerabilità e coraggio sono tratti e decisioni che pertengono le singole persone, ritengo sia responsabilità delle aziende lavorare per creare le condizioni che li rendano possibili.
Tempo. Quante volte ci sembra di non averne mai abbastanza? Nella forma del Time Management, il tempo è un argomento oggetto di moltissimi corsi di formazione, a volte un po’ bistrattato o trattato in maniera semplicistica. Eppure, non deve sfuggire al professionsita ed all’azienda il fatto che il tempo sia innanzitutto e primariamente tempo vissuto: materia, stoffa e cifra dei nostri giorni e del nostro divenire. Nel corso del mese trascorso ho osservato come ritagliarsi del tempo ‘qualitativamente differente‘, tempo da dedicare a pratiche di meditazione, dialogo, condivisione, spunti intellettuali etc. si sia rivelato per molti partecipanti al programma fonte di vera rigenerazione. Riappropriarsi del proprio tempo come tempo primariamente vissuto è un passo che trasforma profondamente, apre a nuove possibililità, dona nuovi modi di presenza e ‘centratura’. In maniera derivata, consente inoltre l’importante sviluppo di un nuovo e più consapevole commitment.
“It’s a wrap!”, come dicono gli inglesi.
E così, mentre giunge a chiusura il Mental Health Awareness Month, proseguiamo il cammino con l’obiettivo che non solo Maggio ma ogni mese e ogni giorno possano diventare il tempo dell’attenzione e della consapevolezza verso il proprio benessere e quello dei propri collaboratori.