Le competenze delle madri trasferite sul lavoro. Dialogo Caring Company (Lifeed | Unipol)
Ultimamente si sente spesso parlare delle ‘grandi dimissioni’, Great Resignation, un fenomeno che, partito in USA, sta scuotendo il mondo ed il mercato del lavoro anche qui in Europa ed Italia.
Un fenomeno che porta con sé interessanti riflessioni circa le dimensioni del senso e del significato attribuiti da ciascuno di noi al lavoro, e che ci interpella circa il ruolo attribuito da ognuno alla sfera professionale all’interno della propria vita e dei propri progetti esistenziali.
Non debbono sfuggire all’analisi però alcuni dati importanti relativi al fenomeno nel nostro Paese, i dati ci indicano infatti come “i carichi di cura familiari continuino a pesare maggiormente sulle spalle delle donne, in particolare delle madri, con un impatto negativo sul fronte occupazionale: delle 42mila dimissioni di genitori di bambini da zero a tre anni nel 2020, il 77,4% è rappresentato dalle mamme.” (Fonte: Lifeed, sui dati dell’Ispettorato nazionale del Lavoro)
Uno scenario che potrebbe apparire quindi sconfortante, di sicuro spia di una strada ancora lunga da percorrere per poter colmare un inaccettabile gender gap. Eppure, come per ogni cosa, la differenza può farla soprattutto il modo in cui osserviamo la realtà, punto di partenza di ogni possibile azione.
Importante quindi arricchire il nostro sguardo anche con altri dati, mi riferisco in questo caso ai dati dell’Osservatorio vita-lavoro di Lifeed, che “raccontano che le madri, se viste e valorizzate dalle aziende, possono dare un contributo positivo in ambito professionale, partendo proprio dalle competenze sviluppate nell’esperienza genitoriale. L’82% delle mamme coinvolte nei percorsi Lifeed ha scoperto di avere più forza di quanto credesse e di possedere capacità che non pensava di avere. Anche le competenze di leadership risultano più elevate per chi si prende cura di qualcuno, in particolare i neo genitori.” (Fonte cit. Lifeed)
Come spesso accade nelle situazioni concrete, la domanda filosofica fondamentale anche in questo caso è dunque come fare? Come fare per valorizzare nelle aziende il ricco bagaglio esperienziale e di competenze delle donne e delle madri?
Proprio su questo interrogativo dialogherò insieme ad un panel di professioniste e mamme nel Digital Talk Caring Company questo giovedì 5 maggio alle 11.30. Avrò il piacere di moderare un panel di speaker con cui poter dialogare sul tema da differenti prospettive:
- Martina Borsato, Data Strategist di Lifeed
- Alice Brioschi, Curatrice Editoriale
- Francesca Martino, Coordinatrice Spazio Donna Milano di WeWorld Onlus
- Sabina Tarozzi, Responsabile Programmi di Welfare di UnipolSai Assicurazioni Spa
Se vi va di partecipare, potete registrarvi a questo link.
Lavoro e paternità, il Cambiamento parte dalle aziende (Lifeed | Fortune Italia)
La proposta di legge presentata alla Camera per un congedo di paternità retribuito a tre mesi (invece degli attuali 10 giorni) ha riacceso i riflettori su un tema che spesso rimane in secondo piano nel dibattito pubblico: la genitorialità è anche una questione maschile e, se condivisa, porta benefici sia ai padri sia alle madri.
Gli ultimi due anni di pandemia e di lavoro da remoto hanno reso ancor più evidente che il diritto alla parità nell’esercizio della genitorialità non è più rinviabile. Lo dimostra l’analisi condotta dall’Osservatorio Vita-Lavoro di Lifeed, secondo cui i padri lavoratori non percepiscono più il proprio ruolo professionale come preponderante: si sentono infatti prima padri (71%) e solo dopo professionisti (42%).
Lifeed BlogPer chi si fosse perso la diretta del Caring Company Digital Talk del 16 Marzo su ‘Le competenze dei padri trasferite sul lavoro’ ma fosse interessato alla tematica, segnalo la possibilità di leggere i messaggi chiave nell’articolo pubblicato da Fortune Italia.
Il dibattito ha preso il via dagli importanti dati dell’Osservatorio Vita-Lavoro di Lifeed e da una domanda tanto semplice quanto densa, “la paternità è visibile sul lavoro?“:
Dall’analisi risulta ancora alta (57%) la percentuale di padri che non si considerano “visti” sul luogo di lavoro. Ciò per via di ostacoli che, secondo i padri, vanno dalla cultura aziendale che tende a mantenere separata vita privata e lavoro, alla scarsa attenzione al work-life balance da parte dell’azienda.
Osservatorio Vita-Lavoro, Lifeed.Come poter superare il problema? Che cosa possono fare le aziende?
[…] “esistono anche abilitatori che, secondo i partecipanti, possono ‘accendere’ sul luogo di lavoro il potenziale della paternità: una cultura aziendale ‘caring’ che mostra attenzione al work-life balance e ai ruoli extra lavorativi delle persone; un clima di condivisione, supporto reciproco, apertura al dialogo tra colleghi, manager e collaboratori sul tema della paternità; iniziative ad hoc dedicate ai genitori; l’autodeterminazione e la volontà dei singoli.”
Lifeed BlogTante le buone pratiche condivise dai nostri ospiti.
Al link di seguito l’articolo completo di Fortune Italia sull’evento:
Caring Leadership e sinergia vita-lavoro: competenze e genitorialitá
Domani 16 Marzo, h. 11.30, ci vediamo al Caring Company Digital Talk “Le competenze dei padri trasferite sul lavoro”.
Gli ultimi due anni di pandemia e lavoro da remoto hanno reso ancora più evidente che il diritto alla parità nell’esercizio della genitorialità non è più rinviabile: “l’analisi condotta dall’Osservatorio Vita-Lavoro di Lifeed mostra come i padri lavoratori non percepiscano più il ruolo professionale come preponderante nella loro vita: si sentono infatti in primis padri (71%) e solo dopo professionisti (42%).”
Newspress LifeedCome si riflette tutto questo in ambito lavorativo?
Come possono le aziende valorizzare le esperienze di vita e le competenze dei loro collaboratori padri?Un dialogo digitale in cui parleremo di genitorialità, competenze e di come le aziende possono prendersi cura delle proprie persone.
Un grande piacere moderare il dialogo, che vedrà gli interventi di relatori di grande valore ed esperienza quali: Stefano Angilella, HR Director di Avanade | Ivan Basilico, Sviluppo risorse umane e welfare Ferrovie Nord Milano Autoservizi | Martina Borsato, Data Strategist di Lifeed| Ruggero Dadamo, Chief People Officer di Sisal | Matteo Gori, Global Marketing Director, Managing Director di Barilla Group | Alessandro Mancini, Responsabile Relazioni Sindacali e Welfare, Trenord.
Registrazioni qui.
Le competenze per ripartire. Formazione alle Microsoft Digital Skilling Weeks
Sono partite lunedì 15 Novembre e proseguiranno fino al 26 Novembre le Digital Skilling weeks di Microsoft Italia: due settimane di formazione, training e workshop digitali dedicate sia ai professionisti che ai giovani che si affacciano oggi sul mondo del lavoro.
“Intelligenza Artificiale, Data Analysis, Sviluppo di App, Cloud, ma anche Cybersecurity, CRM e approfondimenti per sfruttare al meglio le nuove modalità di lavoro collaborativo online con Microsoft Teams: sono solo alcuni dei temi al centro della seconda edizione di Skilling Weeks, maratona che Microsoft Italia ha organizzato dal 15 al 26 novembre insieme all’ecosistema dei suoi partner, per promuovere la diffusione delle competenze digitali richieste dal mercato del lavoro.
Press Release: Microsoft Digital Skilling Weeks 15-26 novembre.
Due settimane di training e workshop digitali dove neo-diplomati, neo-laureati, professionisti, studenti e docenti possono accedere a contenuti e informazioni su percorsi di formazione per aggiornare e riqualificare le proprie competenze e approfondire concretamente l’utilizzo di soluzioni Microsoft per le aziende.
Skilling Weeks fa parte del piano Microsoft Ambizione Italia #DigitalRestart che prevede un focus importante sulla formazione, con training e percorsi di aggiornamento per giovani e professionisti già affermati.”Il calendario completo delle iniziative lo trovate qui.
Il mio contributo sarà giovedì 25 Novembre, ore 17.00-18.00: un webinar di formazione organizzato da LinkedIn e Fondazione Mondo Digitale.
Parleremo di competenze chiave per dare nuova linfa alla propria carriera professionale, fondamentali sia in caso di desiderio di cambiamento e crescita che per una eventuale necessità di riposizionamento.
Iscrizioni: Le competenze per ripartire